Difendiamo l’ambiente lasciato dai nostri padri e doniamolo integro ai nostri figli: è un dovere morale da perseguire.

Presso la sede CAI di Feltre (martedì e venerdì 17.30 – 19.00) FIRMA la tua contrarietà alla diga sul Vanoi con la petizione organizzata dal COMITATO PER LA DIFESA DEL TORRENTE VANOI.

Si potrà firmare anche in occasione del mercato settimanale di Feltre del martedì o presso la libreria Agorà di Feltre o presso Dolomiti HUB (zona industriale di Fonzaso).

MOTIVAZIONI

Il Consorzio di bonifica Brenta di Cittadella intende costruire una diga per un grande serbatoio destinato all’irrigazione dei territori del comprensorio tra le province di Vicenza, Padova e Treviso.

L’invaso in terra trentina (Cinte Tesino e Canal S. Bovo), ai confini dei comuni di Lamon e Sovramonte, cancellerebbe una stretta valle tra le pochissime dell’intero arco alpino (a partire dalla Francia fino alla Slovenia) che vede ancora un corso d’acqua scorrere libero. Tutto in un contesto di alta naturalità.

La Val Cortella dove si vorrebbe costruire l’invaso è ad alto rischio geologico, colate e frane ne caratterizzano i versanti e la stessa strada provinciale che la percorre è stata irreparabilmente danneggiata e chiusa dopo un evento disastroso nel 2010.

La forte preoccupazione delle popolazioni del feltrino e del bassanese a valle della diga è quindi motivata. Tutti i territori e i paesi a valle della diga verrebbero posti per secoli sotto la minaccia di devastazione e morte, da Fonzaso fin oltre Bassano del Grappa. Un esito drammatico che il territorio bellunese ha già conosciuto con il disastro del Vajont.

La finalità dell’opera è portare acqua alla pianura per scopi di irrigazione.

Il lago che si prospetta verrebbe riempito e svuotato stagionalmente, impedendo un suo dichiarato interesse turistico-ricreativo. La produzione di energia elettrica sarebbe marginale rispetto agli enormi costi dell’opera (centinaia di milioni di euro).

Verrebbe altresì alterato il microclima sugli abitati a monte del Vanoi, da Canal San Bovo al Primiero peggiorando la qualità del vivere.

In questi ultimi mesi la Provincia Autonoma di Trento, quella di Belluno, varie amministrazioni comunali, associazioni locali e di valenza nazionale, come lo stesso Club Alpino Italiano, hanno assunto posizioni di assoluta e piena contrarietà alla costruzione della diga.

Le alternative esistono e sono incredibilmente meno costose:

  • la realizzazione di opere di accumulo più piccole e distribuite in prossimità dei grandi utilizzatori di pianura fino alla riduzione del fabbisogno idrico del Consorzio tramite il miglioramento dell’efficienza irrigua e la variazione, ove possibile, delle colture in conseguenza del cambiamento climatico;
  • ricarica della falda freatica, l’enorme lago naturale che raccoglie l’acqua sotto la pianura, oggetto di sfruttamento non sempre controllato;
  • lo sghiaiamento dei laghi artificiali esistenti, la cui capacità si è fortemente ridotta nei decenni a fronte di insufficiente manutenzione.

Vanno adottate misure di risparmio, efficientamento delle reti idriche e valutazione di alternative sostenibili prima di invocare grandi dighe a casa altrui.